I primi protocolli per la prevenzione dentale risalgono agli anni ’70. Negli anni, gli strumenti e i materiali si sono gradualmente evoluti, ma nel caso della Guided Biofilm Therapy (GBT), possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione nel campo dell’igiene orale professionale e della prevenzione.
Vediamo perché.
Il biofilm batterico e i rischi per la salute
Prima di introdurre la Guided Biofilm Therapy, è utile chiarire cos’è il biofilm batterico e perché è importante monitorarlo. Il biofilm batterico è un sottile pellicola che si forma sui denti, costituito da microrganismi che si “organizzano” per vivere in colonie all’interno della nostra bocca. Cosí i batteri sono in grado di riprodursi più facilmente e resistere al nostro sistema immunitario o ai farmaci. Anche la placca dentale è un esempio di biofilm batterico ed è la principale causa di carie, di infezioni gengivali (parodontite) e dei tessuti che circondano gli impianti dentali. Inoltre studi scientifici sulla parodontite dimostrano che se trascurata, può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie, artrite o diabete. Per questo è fondamentale tenere sempre sotto controllo il biofilm (o placca batterica), con una corretta igiene orale quotidiana e interventi di igiene professionale.Cos’è la GBT – Guided Biofilm Therapy?
La Guided Biofilm Therapy, ossia la Terapia Guidata dal Biofilm, è una nuova tecnica per l’igiene orale professionale. Si avvale dell’utilizzo di un macchinario altamente tecnologico che ha rivoluzionato l’odontoiatria preventiva. È un protocollo per la rimozione del biofilm batterico dai denti, dai tessuti molli e, se presenti, dagli impianti. Combina l’uso di diverse tecnologie all’avanguardia: AIRFLOW®, PERIOFLOW® e PIEZON®.Le fasi della terapia
Il protocollo si sviluppa in otto fasi:- Diagnosi: valutazione preliminare della salute dei tessuti duri e molli, denti e gengive.
- Identificazione: localizzazione del biofilm batterico con il rilevatore di placca, cioè una soluzione colorante che evidenzia la presenza del biofilm, anche quello non visibile ad occhio nudo. Rendere visibile il biofilm permette di rimuoverlo più velocemente, con più precisione e soprattutto in maniera efficace.
- Motivazione: educazione alla prevenzione, con informazioni pratiche per l’igiene orale domiciliare. Mostrare le zone colorare con il rilevatore di placca aiuta notevolmente la comunicazione e la motivazione del paziente.
- AIRFLOW®: rimozione biofilm, macchie e tartaro di recente formazione a livello sopragengivale e sottogengivale fino a 4 mm mediante AIRFLOW® PLUS 14 μm, una polvere a base di eritritolo che risulta delicata. Rimozione del biofilm anche da gengive, lingua e palato.
- PERIOFLOW®: se necessario, rimozione del biofilm in tasche profonde fino a 9mm.
- PIEZON®: rimozione del tartaro residuo con strumenti minimamente invasivi. Qualora necessario tale operazione viene seguita da un debridement con strumenti piezoceramici PS PIEZON® NO PAIN, appositamente studiati per azzerare il dolore.
- Controllo: verifica della qualità del trattamento eseguito, assicurando che il tartaro sia stato completamente rimosso, e diagnosi accurata di eventuali carie.
- Richiamo: si valuta insieme al paziente la frequenza dei richiami secondo la valutazione del rischio.